mercoledì 6 giugno 2012

LA VITE - Poesia di Giovanni Pascoli

1912 - 2012 
Giovanni Pascoli


Da   CANTI DI CASTELVECCHIO




             LA VITE

Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
   cammino, e mi pende all’uncino
   la spada dell’agricoltore

Il pennato porto, ch’io odo
Già la prima voce del cucco…
   Cucu… io rispondo a suo modo:
   mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.

Si, ti cucco, vite, chè sento
Già nel sole stridere l’api:
   ti taglio ogni vecchio sarmento,
   ti lascio tre occhi e due capi.

O che piangi, vite gentile,
perché al vento stai nuda nata ?
   Se anch’io tra i fioretti d’aprile      
   Sembravo una vite tagliata!

Piangi quello che ti si toglie ?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
   perché, quando cadon le foglie,
   tu abbia un tuo qualche grispollo !

O mia vite… no, o mia vita,
così torta meglio riscoppi !
   E poi… com’è buono, alle dita,
   l’odore di gemme di pioppi !

E parlare, ritto su loro,
col venuto di là dal mare,
   chiedendogli, in mezzo al lavoro,
   quant’anni si deve campare !



La vigna della Chiusa di Casa Pascoli


"Ci sono parolette che mal s'intendono. E' vero. Sono, in vero, proprie dell'agricoltore, e chi non è agricoltore,  non le sa; sono vive ancora, dopo tanti secoli, su queste appartate montagne; e chi in queste montagne non è stato, crede che siano parole morte, risuscitate per far rimaner male lui. Ma no, non per codesto io le rimetto in giro; bensì, ora per amor di verità, ora per i studio di brevità. I miei contadini e montanini parlano a quel modo, e parlando a quel modo parlano spesso meglio di noi, specialmente quando la parola loro è più corta, e ha l'accento su la sillaba radicale, sicché s'intende anche a distanza, da colletto a colletto, e fa il suo uffizio da sé e non ha bisogno dell'aiuto d'un aggettivo o d'un avverbio."
(.....)
Note alla seconda edizione dei Canti di Castelvecchio - 10 agosto 1903




Accollare : piegar la vite per legarla
Cuccare :  tagliare tutti i rami ad una pianta
Grispollo : non vale come grappolo, ma parte di grappolo. Il grappolo o pigna ha tanti grispolli, il     grispollo tanti chicchi, Grappolo anzi vale per pigna bensì, ma piccola e rada. "Quest'anno non c'è che grappoli" vuol dire che l'uva è poca
Pennato : strumento con cui si pota e taglia
Riscoppiare : delle piante, quando rimettono dopo essere state cuccate

Ho riportato la parte iniziale delle note alla seconda edizione dei Canti di Castelvecchio, perché la ritengo significativa per comprendere quanto la ricerca dei vocaboli del dialetto sia stata per il Pascoli, oggetto di grande interesse, come pure lo è stata la poesia popolare, spesso cantata: interesse che a Castelvecchio, nella parlata popolare di Barga e più ampiamente della montagna barghigiana, dette a Pascoli un efficace strumento linguistico ad una  rinnovata ispirazione poetica.
Una lettura che propongo su questo tema, è  "Pascoli e il linguaggio popolare" di Felice Del Beccaro, in Quaderni Pascoliani, diretti da Bruno Sereni e Felice Del Beccaro ed editi dal Comune di Barga. Questo è il n°15, edizione del 1982 ed è il testo della lettura che il Professor Del Beccaro tenne il 6 dicembre 1980 nella sala Consigliare dello storico Palazzo Pancrazi, sede del Comune di Barga.
Non credo sia di facile reperibilità, ma presso la Biblioteca Comunale Fratelli Rosselli di Barga, ritengo sia possibile averlo in lettura.
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