domenica 8 settembre 2013

8 settembre 1943 a Barga

1943 - 2013
nel 70° anniversario dell'Armistizio ricordiamo gli avvenimenti di quei giorni

I edizione del 1947
da "Paese come tanti"
      di Bruno Sereni
      ed.1947 - Edizioni Benedetti Pescia







L'Armistizio

"Dopo lo scempio di Pisa (1), venne a distanza di pochi giorni l'atteso armistizio, con lo sbarco delle truppe alleate sulla spiaggia di Salerno.
Fu un grido di gioia che morì in gola, ultimo sussulto di speranza di un popolo esausto e vinto.
La guerra, che fino al giorno avanti era continuata nel nome d'Italia, doveva continuare in casa nostra, nei nomi esecrati di Hitler e di Mussolini.
Sui muri di Barga venne affisso un manifesto a firma della Kommandantur della provincia, nel quale, blandendo ed intimidendo la popolazione, si invitava la medesima ad attenersi alle istruzioni che il Comando tedesco avrebbe via via impartite.  I "fedelissimi" di Bibi, che fino a pochi giorni prima avevano affidato la loro incolumità personale alla mano ferma del vecchio generale, ora che sapevano che questi insieme con la famiglia reale era fuggito verso un porto alleato, presero a vituperarlo di traditore, di vigliacco, di disertore.
Gli anti, che all'annuncio dell'armistizio avrebbero voluto un'insurrezione armata contro il secolare nemico, si trovarono d'accordo con i "fedelissimi" nel classificare Badoglio un traditore.
Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 cominciò la disgregazione dell'Italia."
(pag.67- 68)

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dal Capitolo "Non è la nostra !"
pag. 69 -70

"Vedemmo allora scendere dalle nostre montagne gli sbandati, vestiti in mille fogge diverse, avvicinarsi cautamente alle stazioni ferroviarie della Val di Serchio.
Gli ex allievi dell'Accademia di Modena avevano attraversato l'Appennino tosco-emiliano con i cavalli dell'esercito che cedevano volentieri, al primo contadino, in cambio di una muta, onde togliersi l'uniforme di dosso.
Quei poveri cavalli che per tanto tempo erano vissuti insieme fra loro, trovandosi sbandati come i loro padroni in fuga, s'immelanconivano e rifiutavano il cibo, ed erano insensibili alle carezze dei bimbi.
Per tutto il mese, di settembre e d'ottobre, tutti quei militari, ch'erano stati capaci di eludere la sorveglianza dei tedeschi che li prendevano per deportarli in Germania, continuarono a passare per le nostre montagne, amorevolmente assistiti dai montanari che in quei giovani sbandati vedevano i loro figli lontani in Balcania ed in Russia. "


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da leggere
"Barga paese come tanti"
di Bruno Sereni
II  edizione - Maria Pacini Fazzi Editore - 1987
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Bruno Sereni - vincitore del Premiolino edizione 1974, con la seguente motivazione:

"Che da quasi trent'anni con paziente ma rigoroso lavoro dirige e compila tutto il suo giornale (nota - Il Giornale di Barga): non un bollettino di paese, ma un prezioso foglio d'informazione che ogni mese, a migliaia di copie, raggiunge tutti i Barghigiani emigrati.


vedere anche  "Bargarchivio"



  -----(nota di riferimento storico  non presente nel volume originale)

(1) La seconda guerra mondiale colpì duramente la città a Pisa. Il 31 agosto 1943 si abbatté sulla città un pesantissimo bombardamento americano. Furono colpiti in particolare la zona della stazione e di Porta a mare, quartieri che vennero praticamente rasi al suolo, ma anche parte dei quartieri di Porta nuova, Porta a Lucca e Porta fiorentina fino a La Cella; circa un quarto del territorio urbano venne danneggiato o distrutto. (wikipedia)



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