giovedì 11 dicembre 2014

UN LADRO SCOPERTO

immagine centrostudi Francesco Carrara


Racconto di Idelfonso Nieri
da "Cento Racconti popolari Lucchesi"
Felice Le Monnier - ed. 1950

Un ladro scoperto
Questa qui di Luicchio è bellina.
Luicchio a’ su tempi è stato il più grosso birbante di tutto questo vicinato.  A quello che dice la gente, e che si sa di positivo, ce ne ha tante sulla coscienza che neanche il papa basterebbe a sgrumargli l’anima: ha tenuto mano ai ladri, ha tenuto mano ai figliuoli di famiglia perché portassero via in casa, ha rubato lui anco l’osso del collo;  manesco per il coltello che di niente infilzava un uomo; di donne non se ne ragiona; una bocca poi una bocca per tirar giù resie…. E i giuramenti falsi li pigliava come bere un uovo.   E ora che è vecchio, e casca a pezzi, brutto animale! sta per le chiese a giornate sane a biscicar paternostri, e a nizzirsi lo stomaco a forza di pugni !  Com’ho detto dunque è stato sempre ladro più di Cacco, e se ha potuto ha rubato anco la pisside di sull’altare.  Una volta era un inverno freddo che gelava l’acqua in camera, e la mattina presto a sputare per aria, arrivava in terra una pallottola di ghiaccio.   Luicchio era a lavorare lassù all’Angelo dai frati, in coppaio; non so che lavoro facesse ; e l’olio spariva e l’olio spariva.   I frati s’insospettirono, gli entrò una pulce in un orecchio, tanto più che le nomine di quest’uomo eran com’erano, e lo cominciarono a posteggiare; gli stavano all’anima per chiapparcelo, ma non s’eran mai potuti accertar bene.  Però una volta a uno di que’ più giovani gli parve d’averlo visto trafficare dintorno a una tinozza, o a un coppo che fosse, e gli parve di capire come stava l’alfabeto.   La sera Luicchio cenava in convento, e poi tornava sempre in coppaio a pigliare certi suoi arnesi che ce li lasciava apposta, e se ne veniva via.  Anco quella sera andò al solito e ripassò a dare la buona notte, ma siccome l’avevano pedinato due dei più fini, quando ritornò di là, lo chiamarono che passasse in un’altra stanza dove c’era il caminetto acceso; e lui a scusarsi, a dire che era tardi, che non poteva, che a casa l’aspettavano; e i frati lì dintorno, tre o quattro, a volerlo trattenere; e lui pur no, e loro pur si, lo misero in mezzo, e a forza lo portarono a sedere al caminetto, e butta su legna e fai gran fiamma.  Luicchio era sulle punte d’ago. Dopo un momento che era a quel vampone, gli cominciò a sudare la testa, e giù unto dalla berretta par la fronte e per il collo, grondava come una bruscola.  Il boia !  Pigliava quei pezzi d’olio duro accagliato, li metteva nella berretta tra due foglie lì per lì finchè era in convento, e quando era fuori era al sicuro.  Ma i frati la san più lunga del Panattoni; a farla a un frate ehehèi ! ce ne vuole !  Ho paura che lassù in convento ridan sempre. Lui dette in bestia, ma c’era poco da imbestialire con quattro o cinque di que’ filistei addosso.  Lo misero alla porta, e gli federo baciare il chiavistello. Fu più la paura che il danno,  ma tanto una scossarella di pattoni se la leccò."



Monastero Dell'Angelo - località Tramonte
Ponte a Moriano - Lucca  (foto LoSchermo.it


notizie sul Monastero Dell'Angelo  qui


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