mercoledì 8 febbraio 2012

La partenza del boscaiolo - Giovanni Pascoli

1912 - 2012


Da :  I Canti di Castelvecchio


Cristiano Banti (1824-1904) - Riunione di contadine

 
La partenza del boscaiolo

La scure prendi su, Lombardo,
da Fiumalbo e Frassinoro!
Il vento ha già spiumato il cardo,
fruga la tua barba d'oro.
Lombardo, prendi su la scure,
da Civago e da Cerù:
è tempo di passar l'alture:
tient'a su! tient'a su! tient'a su!

     Più fondo scavano le talpe
     nelle prata in cui già brina.
     E` tempo che tu passi l'Alpe,
     ché la neve s'avvicina.
     Le talpe scavano più fondo.
     Vanno più alte le gru.
     Fa come queste, e va pel mondo:

     tient'a su! tient'a su! tient'a su!


Telemaco Signorini (1835 - 1901)


Per le faggete e l'abetine,
dalle fratte e dal ruscello,
quel canto suona senza fine,
chiaro come un campanello.
Per l'abetine e le faggete
canta, ogni ora ogni dì più,
la cinciallegra, e ti ripete:

tient'a su! tient'a su! tient'a su!

     Di bosco è come te, la  cincia:                                                     
     campa su la macchia anch'essa.
     Sa che, col verno che comincia,
     ti finisce la rimessa.
     La cincia è come te, di bosco:
     sa che pane non n'hai più.
    Va dove n'ha rimesso il Tosco:

    tient'a su! tient'a su! tient'a su!                                         


Le gemme qua e là col becco
picchia: anch'essa è taglialegna.
Nel bosco è un picchierellar secco
della cincia che t'insegna.
Col becco qua e là le gemme
picchia al mo' che picchi tu.
Va, taglialegna, alle maremme...

tient'a su! tient'a su! tient'a su!


     Ha il nido qua e là nei buchi
     d'ischie o d'olmi, ove gli garba;
     e pensa forse a que' tuoi duchi,
     grandi, dalla lunga barba.
     Nei buchi erbiti dove ha il nido,
     pensa al gran tempo che fu;
     e getta ancora il vecchio grido:

     tient'a su! tient'a su! tient'a su!


Ferdinand Hodler (1853-1918) - Il Boscaiolo
                                                                                      
Un'azza è quella con cui squadri
là, nel verno, il pino e il cerro;
con cui picchiavano i tuoi padri
sopra i grandi elmi di ferro.
Tu squadri i tronchi, ora; con l'azza
butti le foreste giù.
Va ora senza più corazza...
tient'a su! tient'a su! tient'a su!

     Rimane nella valle il canto.
     Sono ormai, le cincie, sole.
     La scure dei lombardi intanto
     lassù brilla contro al sole.
     E sempre il canto che rimane,
     giunge in alto alla tribù,
     che parte a guadagnarsi il pane:

     tient'a su! tient'a su! tient'a su!


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