giovedì 20 febbraio 2014

Con gli sci nelle Alpi Apuane

da:
LE ALPI
Rivista mensile del Centro Alpinistico Italiano
1940-41 - vol. LX - n. 5-6




"Dalla pigra foce dell'Arno si vede in lontananza , contro il cielo, una disordinata fila di lame rocciose; si vede anche dalle ondulate pianure liguri e dalle gobbe sonnolenti dell'Appennino: sono le Alpi Apuane; un piccolo mondo di cime alte e grigie, che la natura, come per capriccio, ha creato fra i boschi ombrosi della Garfagnana, sopra i molli uliveti della Lunigiana, di fronte al mare immenso.
Guardando e conoscendo le Apuane, l'idea dello sci sembra assurda: si pensa a dure salite per le lizze marmoree e i crinali screpolati, a faticose arrampicate su una roccia tormentata ed infida, per i pietrosi e ripidi canaloni ... Invece, anche lo sci ha trovato itinerari interessanti fra i monti apuani e ne ha conquistato le cime più alte"
SULLA PANIA DELLA CROCE
"La mattina alle tre sulla via Aurelia, le punte degli sci scherzano colla luce del fanale della bicicletta: undici chilometri in piano ed altrettanti in salita fino a Ponte Stazzemese.


Le biciclette filano come piccole navi nel chiarore notturno delle stelle.
Il primo raggio di un sole velato e scialbo ci trova sulla prima neve, lungo la mulattiera che traversa il bosco di castagni; di lì raggiungiamo i piedi della Pania: una grande piramide solcata dal canale dei Carrubbi: una piramide di roccia coperta di neve, che le nebbie cominciano a lambire sotto la cima. Quando siamo arrivati a Mosceta, si è sentito rotolare in lontananza un tuono.  Mosceta è un piccolo colle aperto tra la Pania e ed il Corchia:  d’estate vi cresce l’erba alta, inumidita sempre da a una fonte freschissima, e gli scarponi affondano un po’ nel verde molliccio che li accarezza.  Ora Mosceta è tutta coperta di neve: c’è una piccola baita con una grande lapide che ricorda Michele Bacci, uno dei tanti giovani morti per la Pania. Qui mettiamo le pelli di foca e infiliamo gli sci.  Da principio si segue la traccia del sentiero coperto di neve, poi ci troviamo nel bianco grigiore  della distesa di neve e di nebbia: il vento le solleva insieme, le soffia da tutte le parti e schiaffeggia il nostro viso e ci mozza il respiro;  ogni tanto le pelli scivolano a contatto del sottostante strato gelato.  Sotto il callare fra la cima e la prima gobba del Pizzo delle Saette, il vento cessa improvvisamente e succede uno strano chiarore biancastro: qui il pendio è più ripido.  Quando spuntiamo sulla cresta, ritroviamo la tormenta che a grandi fumate spazza tutta la neve farinosa ; camminiamo barcollando sul ghiaccio, cogli sci sulle spalle che fischiano al vento.
Sulla vetta, vi è una grande croce abbattuta, quasi sepolta nel bianco e dilaniata dai ghiaccioli.
Senza fermarci, cominciamo subito a scendere; sotto il callare calziamo di nuovo gli sci; una breve sosta  alla capanna  che gli studenti di Viareggio hanno costruito in memoria del loro compagno Andrea Del Sarto, morto sulla cima vicino alla croce, poi continuiamo a scendere fra roccette che emergono.  Sul pendio liscio scendiamo più rapidamente, a grandi curve, finchè con un’ultima scivolata arriviamo a Mosceta….
La sera, alle sette, sulla via Aurelia, le punte degli sci sulla bicicletta scherzano ancora colla luce del fanale."

*** M.Pania della Croce,  m.1859 (Alpi Apuane)
- prima ascensione sciistica - 29 ottobre 1939 - XVIII
- Giorgio Fiorentini, Vittorio Feraiorni, Franco Silva
- (Sez. e G.U.F. Viareggio)



Giorgio Fiorentini è autore di questo resoconto della salita alla Pania della Croce: è la prima ascensione alla Pania della Croce con gli sci, realizzata nel 1939, e pubblicata nel fascicolo  bimestrale marzo-aprile 1940-41 della rivista mensile del Centro Alpinistico Italiano, C.A.I. l'acronimo è lo stesso ma per disposizione del regime non era consentito usare parole che non fossero italiane e Centro sostituì Club...
L'autore, in nota al testo, precisa che non raggiunse la vetta della Pania per un difetto all'attacco destro dello sci.
Come avrete letto, la bicicletta è il mezzo di locomozione e l'orario di partenza e quello di ritorno che racchiudono questa giornata dedicata alla montagna, meritano tutta la nostra ammirazione e credo sia doveroso dedicarci un attimo di riflessione.
Questa é la prima di due relazioni, contenute nell'articolo: la seconda è intitolata "Sulla Tambura", che pubblicherò prossimamente.

leggi "Con gli sci nelle Alpi Apuane -  Tambura "

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