lunedì 20 ottobre 2014

AUTUNNO ....




ogni anno, da quando ho iniziato questo blog,  pubblico un post sul tema dell'autunno, una stagione che mi ha sempre suscitato sensazioni contraddittorie: la fine dell'estate e l'attesa dell'inverno; la stagione dei colori straordinari, che vestono i nostri monti e i nostri paesi; la malinconia delle foglie morte cadute nelle selve, nei giardini e per le strade.... 
per ogni stagione la creatività dell'uomo ha qualcosa di straordinario da offrire, che sia musica, arte dell'immagine o letteratura. Quest'anno ho scelto una poesia in vernacolo, garfagnino, che avevo letto un po' di tempo fa, pubblicata nel libro di Ivo Poli "del Castagno in Garfagnana- storia cultura poesia".  La forza di questi versi, per me, è nel suscitare il ricordo di persone splendide, che ho conosciuto anni fa, anche loro parlavano quel dialetto e raccontavano la loro vita in fondo non differente da come il professor Valiensi la propone nelle immagini delle quartine di questa poesia.  In questi versi ci ritrovo la fatica del vivere quotidiano degli abitanti "d' una volta" delle montagne della nostra valle e insieme all'attenta osservazione della natura circostante, le relative sensazioni di un ambiente che muta nell'avvicendarsi delle stagioni.  Stagioni buone e stagioni meno buone che pesavano sul raccolto e così diventava tutto più difficile. La tenacia, la fede e la solidarietà sono state la forza di queste donne e questi uomini, che per generazioni li ha accompagnati nelle gioie e sostenuti nei momenti di difficoltà e di dolore.
Nelle parole del nonno al nipote negli ultimi otto versi, una sintesi perfetta.

  

Autunno d'una volta

Quand'ero un muccicon, su le montagne
dove son nato, a fine de la state,
la gente che lassù erin condannate
andavin tutte a coje le castagne.


Avein già scordo il caldo dell'agosto
e'l mi rizzo dell'ore più assolate;
le giornate già s'erino accorciate
e' ntorno si sintiva odor di mosto.

Pioveva guasi sempre e dà castagni
si staccavin le foje ringiallite
e nelle vigne, quelle della vite 
davin colore ai poci tutti bagni.

Gli ugelli a branchi già sen'erin iti
e gli altri di fistià nun evin voja,
forsi anco a lorò era vinuto a noia
di svolazzà tra rami rintristiti.


Nisciva 'l fume dal metato
e andava a mescolassi col nebbione
che 'ncantava 'gni cosa, e lo scepone
parea di gemme lustre 'ncoronato.

Pisangolon su rami, qualche cardo
compitiastava ancora con il vento,
e cusì voto, guasi con sgomento
s'arammentava d'esse già 'n ritardo.

E quando po' sul foco del camino
La picchiatura delle castagne
Xilografie
di Adolfo Balduini (1881- 1957)
borbottaino i ballucci nel paiolo,
il mi nonno dicea: "Scolta fiolo,
se prilla ben la rota del mulino


per empì di farina i suppidiani
e Sant'Antogno al porco da 'n 'occhiata
lassa che gnevi tutta la 'nvernata
marzo pole trovacci ancòra sani".

Silvano Valiensi







qui di seguito il volume pubblicato nella primavera di quest'anno.



"Silvano Valiensi nasce a Vergemoli (Lu) nel 1923. Studia al collegio “Cavanis” di Capezzano Pianore conseguendo la maturità classica e anche l’abilitazione magistrale. Si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, ma allo scoppio della guerra lascia gli studi. Partigiano del Gruppo Valanga, partecipa alle fasi più tragiche della lotta di liberazione. Sposato, con due figli, dopo la fine della guerra iniziò la sua carriera di insegnante che è durata fino al 1978. Muore nel 2008."
da Unione dei Comuni della Garfagnana

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