mercoledì 12 novembre 2014

La Schilletta di Caprona di Giovanni Pascoli

da:
CANTI DI CASTELVECCHIO

LA SCHILLETTA DI CAPRONA


I
Sonata già l'Avemaria
  dalla chiesa di Caprona,
si sente correre via via
  la schilletta che risòna.

Il poco viene dopo il tanto;
  come là nella capanna:
un pianto ancora, un po' di pianto,
  dopo tanta ninnananna!

II
Un'ombra va col tintinnìo
  di quel vecchio campanello;
e l'ombra passa lungo il rio,
  gira il piccolo castello,

si ferma un poco ad ogni soglia,
  come vuole ancor quel primo
che non si sa chi fu, che voglia;
  ch'era Nimo, il vecchio Nimo.

III
Fu quando non c'era la fonte,
  né la chiesa né il becchino.
Il suo muletto cadde in monte;
  gli lasciò solo il bronzino,

che avea maravigliato i botri
  e le polle col suo canto,
quand'egli andava a su con gli otri,
  al Saltello, al Lago Santo.

IV
Al suon di questo che, le notti,
  nell'immobile abetina
squillava tra i silenzi rotti
  dal crocchiar di qualche pina,

che su gli abissi senza voce
  mise il suo dondolìo blando;
ognuno fa il segno di croce
  che si fa pericolando.

V
O vecchio, o nostro vecchio buono,
  or ci sono due campane;
ma quel tuo piccoletto suono
  nel castello tuo rimane.

O Nimo, o nostro vecchio Nimo!
  or c'è un doppio bello e grave;
ma tu per noi sei stato il primo
  a dirci Ave! Ave! Ave!

VI
E noi l'amiamo, il tuo bronzino,
  che ci mandi, quando imbruna:
lo mandi per un fanciullino:
  io lo vidi a un po' di luna.

A un raggio pallido lo vidi:
  è un ragazzo ch'hai, là, teco:
un garzonetto che ti guidi,
  perché forse tu sei cieco.

VII
Lo mandi a noi su la sericcia,
  che si chiudono le porte:
ha i piedi scalzi, ma scalpiccia
  sopra tante foglie morte;

non parla, ma passando in fretta
  sgrolla qualche secco ramo;
per farci udir la tua schilletta

  prima che ci addormentiamo.





"Quanto poi alla Schilletta di Caprona, m'informa l'amico Leonardo Mordini di Barga che si riferisce all'uso - praticato anche in altri luoghi del barghigiano - di far girare a un'ora di notte un ragazzo con un campanello in mano davanti agli usci delle case per invitare i fedeli a pregare per le anime del purgatorio e che deriva da un lascito di una persona pia, morta da tempo immemorabile e rappresentata fantasticamente (giacchè non si sa' più chi fosse e come si chiamasse) nel vecchio Nimo; nome che nel vernacolo lucchese corrisponde a quello assunto da Ulisse in presenza del ciclope Polifemo : Nessuno. "

da :
Le Tradizioni Popolari nella poesia Pascoliana  di Giovanni Giannini
in  "Lucca a Giovanni Pascoli"
a Cura del Comune di Lucca  XII Ottobre MCMXXIV




nota:  schilletta
da  schilla, campanaccio delle vacche, variante del temine "squilla, campana"
da "Dizionario Garfagnino" di A.Bertozzi - Ed. Comunità Montana delle Garfagnana
Banca della Identità e della memoria 2007



         


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