La fragilità degli agricoltori contro i big dei supermarket
Di Carlo Petrini da La Repubblica 12/2/12
Causa crisi, con l’art. 66 del Decreto Liberalizzazioni si propone di vendere i terreni pubblici su cui fare agricoltura: si è pensato che in questo modo lo Stato possa incassare subito (si parla di 6 miliardi di Euro) e intanto si possa dare impulso all’agricoltura, concedendo prelazione di acquisto delle terre ai giovani. Sulla carta l’idea di dismettere i terreni demaniali a favore dei giovani potrebbe anche funzionare. Ma a pensarci bene, in pratica no: martedì scorso un folto gruppo di associazioni e coltivatori (tredici, tra cui AIAB, Legambiente, Libera e Slow Food) ha manifestato a Montecitorio per chiedere al Senato di emendare l’articolo 66 sostituendo nel testo le parole “vendita” e “acquisto” con “affitto”.
Sarebbe un’operazione di grande buon senso, che .... scongiurerebbe alcuni pericoli. Il rischio è che su questi terreni si gettino a capofitto multinazionali o grandi corporations, sempre più affamate di terra per fare cibo industriale o produrre energia a scapito del cibo. Del resto il fenomeno del land grabbing nei Paesi poveri è ormai sotto gli occhi di tutti: la terra fertile sta diventando un bene quanto mai raro e prezioso.Leggi l'articolo : La fragilità degli agricoltori contro i big dei supermarket
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