Ildelfonso Nieri
Ed.Felice Le Monnier - Firenze 1950
VI.
Marzo e il Pastore
Una mattina, là sul cominciare della primavera, un pastore usci colle pecore, e incontrò Marzo per la via.
Dice Marzo: - Buon giorno, pastore, dove le meni oggi le pecore a pascere?
-Eh, Marzo, oggi vado al monte.
-Bravo pastore! fai bene. Buon viaggio!- E fra sè disse: - Lascia fare a me, chè oggi ti rosolo io!-
E quel giorno al monte giù acqua a rovesci, un vero diluvio!
Il pastore però che l’aveva squadrato ben bene in viso, e non gli era parso schietta farina, aveva fatto
tutto all’incontrario. La sera nel tornare a casa rincontra Marzo:
-Ebe’, pastore, come è ita oggi?
-È ita benone. Sono stato al piano; una bellissima giornata, un sole che scottava!
-Sì eh? Ci ho gusto (e intanto si morse un labbro) E domani dove vai?
-Domani torno al piano. Con questo bel tempo, matto sarei a mutare.
-Sì? bravo! Addio. -
E si partono. Ma il pastore, invece d’andare al piano, va al monte, e Marzo giù acqua e vento e
grandine al piano; un vero gastigo di Dio. La sera trova il pastore:
-O pastore, buona sera; e oggi come t’è ita?
-Benone. Sai? sono andato al monte, e ci è stato una stagione d’incanto. Che cielo! Che sole!
-Proprio ne godo, bravo pastore; e domani dove vai?
-E domani vado al piano; mi par di vedere certi nuvoloni su dietro l’alpe.... Non mi voglio
allontanare da casa.
-Fai bene, ti consiglierei anch’io. -
Insomma, per farla corta, il pastore gli disse sempre all’incontrario, e Marzo non ce lo potè mai
beccare. Siamo alla fin del mese. L’ultimo giorno disse Marzo al pastore: - E be’, pastore, come va?
-Va bene; ormai è finito Marzo, e sono a cavallo. Non c’è più paure, e posso cominciare a dormire
fra due guanciali.
-Dici bene. E domani dove vai?
-Domani anderò al piano; faccio più presto, e l’ho più comodo.
-Bravo! Addio. -
Allora Marzo, in fretta e furia, va da Aprile, e gli racconta la cosa, - e ora avrei bisogno che tu mi
prestassi almeno un giorno. - Aprile senza farsi tanto pregare, gli presta un giorno.
Eccoti che viene la mattina dopo, e il pastore cava le pecore e, cucciolo cucciolo, va al piano come
aveva detto, con credendo oramai nell’essere Aprile, che non ci fosse più da stare in pensieri di qualche
bussata. Ma quando è là una cert’ora che tutto il branco delle pecore era sparto per le prata, comincia una
ventipiova da fare spavento, acqua a ciel rotto, vento e neve e grandine; una tempesta che il pastore ci ebbe
da fare e da dire a riportar dentro le pecore.
La sera Marzo va a trovare il pastore che era là nel canto del fuoco senza parole e tutto
malinconioso, e gli dice:
-O pastore, buona sera!
-Buona sera, Marzo.
-Oggi com’è andata?
-Ah, Marzo mio, sta zitto; sta zitto per carità! oggi è stata proprio nera. Peggio di così neanche a
mezzo gennaro! Le ha fatte tutte e sette; si sono scatenati per aria tutti i diavoli dell’inferno. Oggi solamente
ne ho avuto per tutto l’anno. Povere le mi’ pecore! Povere le mi’ pecore!-
E per quello si dice che Marzo ha trentun giorni, perchè ne prese in prestito uno da Aprile.
Idelfonso Nieri
Ponte a Moriano 1853 - 1920
Insegnante e letterato.
Bibliografia:
- Racconti popolari. Castelnuovo Garfagnana, Tip.A. Rosa. 1889 (pp.37)
- Racconti Popolari Lucchesi. Castelnuovo Garfagnana. Tip.A.Rosa 1891 (pp.XV-234)
- Quarantasette racconti popolari lucchesi. Lucca. Baroni 1894 (pp.88)
- Vocabolario Lucchese. edito dalla R. Accademia Lucchese. Tipografia Giusti. Lucca 1901
- Cento racconti popolari lucchesi. Livorno, Tip.Raffaello Giusti, 1906 (pp.XX-280) edizione con ritratto e Vocabolarietto dei termini dialettali.
I Cento Racconti Popolari Lucchesi, incontrarono il favore non solo del pubblico lettore, ma anche "da molti e valenti compilatori d'Antologie, come furono e sono i compianti Targioni-Tozzetti e Pascoli, il Cesareo, il Martina, il Finzi, il Piazzi, il Calcaterra, il Nannelli ed altri, non che da vari pubblici insegnanti, i quali se ne servono nelle loro scuole come saggio di toscano vivo e parlato; ai quali tutti mando i miei ringraziamenti e l'attestato della mia riconoscenza" . Così scrisse il Nieri nella Prefazione alla terza edizione del 1915.
Nella pubblicazione del 1950 dei "Cento racconti popolari lucchesi e altri racconti", Pietro Pancrazi*) nelle pagine introduttive cita il Pascoli che nelle sue antologie riportò una decina di racconti definendoli " d'insuperabile vivezza e grazia" e " pieni d'arguzia e leggiadria" ed in una lettera all'amico Gabriele Briganti, poeta e bibliotecario Lucchese, scritta il 18 luglio 1900 disse: " io sono innamorato del Nieri. E' dei primi. E' superiore e di molto al Fucini"
Aggiunge Pancrazi: " ...., il confronto non avrebbe in alcun modo retto, e il sottile Pascoli non l'avrebbe fatto, se il Nieri fosse stato un folklorista soltanto e non, un piccolo ma assai finito rinventore ed artista"
(rif. P.Pancrazi in prefazione ediz.1950 - Felice le Monnier - Firenze)
*) Nella pubblicazione del 1950, a cura di Pietro Pancrazi, è stata riprodotta la quarta ristampa del 1922 Tip. Giusti Livorno ( l'ultima preparata dallo stesso Nieri) e sono state riportate in appendice quelle favole che comprese nelle precedenti edizioni erano state sostituite.
è possibile scaricare in pdf i Cento racconti popolari lucchesi - Scrivolo.it
nella seconda edizione del 1908 ed.Giusti Livorno
nella seconda edizione del 1908 ed.Giusti Livorno
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