COMUNE DI BARGA
24 MAGGIO 2012
ARRIGO BENEDETTI
(Lucca, 1 giugno 1910 – Roma, 26 ottobre 1976)
Si diploma al liceo classico «Niccolò Machiavelli» e frequenta la Facoltà di Lettere e filosofia all’Università di Pisa. Conosce Mario Pannunzio, che ha la sua stessa età ed abita in un appartamento vicino al suo. Tra i due nasce un'amicizia che durerà tutta la vita. Nel 1937 abbandona gli studi universitari e decide di raggiungere Pannunzio a Roma. Desidera diventare scrittore. Inizia a collaborare a periodici culturali, tra cui Libro italiano (una rivista bibliografica). Pubblica i suoi primi racconti, in cui interpreta la vita quotidiana della sua terra. Insieme con Pannunzio conosce Leo Longanesi, che nella capitale ha appena fondato il settimanale Omnibus. Con Longanesi come maestro, Benedetti fa le sue prime esperienze da giornalista.
In breve tempo la passione giornalistica lo conquista e Benedetti decide di specializzarsi in questa professione. Nel 1938 si sposa nella Chiesa di Fagnano, a Lucca, con Caterina, sua lontana parente (i due si conoscevano fin da bambini).
Nel 1939 Omnibus viene soppresso dal regime dopo soli due anni di vita. Benedetti segue Longanesi, chiamato a gestire un'altra testata, Tutto. Ma dopo tre numeri Longanesi viene nuovamente allontanato.
Nel 1939 Omnibus viene soppresso dal regime dopo soli due anni di vita. Benedetti segue Longanesi, chiamato a gestire un'altra testata, Tutto. Ma dopo tre numeri Longanesi viene nuovamente allontanato.
Benedetti decide allora di accettare l'offerta di Angelo Rizzoli di andare a Milano, insieme con Mario Pannunzio, e creare un nuovo giornale. Il 3 giugno 1939 esce il primo numero del settimanale Oggi. Però anche questo settimanale ha vita breve: nel 1942 non esiste più.
Nel 1943 nasce il primo figlio, Alberto. Dopo l'8 settembre 1943, Benedetti si rifugia sui monti dell'Appennino reggiano, partecipando attivamente ai movimenti della resistenza. Viene anche arrestato e incarcerato a Reggio Emilia, ma evade e si rifugia a Milano.
Dopo la Liberazione, accetta l'offerta di fare il critico teatrale per il Corriere Lombardo, quotidiano del pomeriggio. Nel 1945 fonda, con l'imprenditore Gianni Mazzocchi, un nuovo settimanale d'informazione, L'Europeo. Il successo della rivista arreca a Benedetti fama ed onori. Nel 1953 la testata è rilevata da Angelo Rizzoli. Inaspettatamente, con Rizzoli la collaborazione è difficile: in breve tempo si crea un clima da "muro contro muro". Dopo un anno, Benedetti si scontra con l'editore sullo scandalo dell'omicidio di Wilma Montesi. Nel clima surriscaldato dalle notizie sui risvolti politici del caso, Benedetti rassegna le dimissioni «in seguito a dissensi di ordine politico ed editoriale» (1954).
Uscito da L'Europeo, l'anno seguente Benedetti fonda un nuovo settimanale, L'espresso, destinato anch'esso a diventare uno dei maggiori periodici italiani del dopoguerra. Esce anche da questo settimanale all'indomani della guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967), per contrasti con Eugenio Scalfari, che ne avversa la linea favorevole allo stato d'Israele [1].
Giornalista di fama, è stato anche inviato speciale de La Stampa. Assume in seguito la direzione de:
- Il Mondo (1969-1972);
- Paese Sera (dal 1975 fino alla morte, nel 1976).
Nel corso della sua lunga carriera è stato maestro di molti giornalisti. Alcuni nomi: Camilla Cederna, Ugo Stille, Giancarlo Fusco ed Alfredo Todisco.
fonte : Wikipedia
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